Li valorizziamo con il kajal nero per aumentarne la seduzione, li decoriamo con ombretti scintillanti, coloriamo le ciglia con mascara total black per renderli più interessanti… ma ogni trucco è inutile quando sugli occhi calano, inesorabili, piccole ma insidiose, pliche di cute palpebrale in eccesso, che ne offuscano la bellezza rendendo lo sguardo spento e stanco.
Il cosmetico capace di eliminare la cute palpebrale in eccesso non è stato ancora inventato, e la chirurgia estetica rappresenta per ora una possibile soluzione per liberarsene e dare luce e freschezza allo sguardo, ringiovanendolo.
In ambito medico, il termine blefaro è utilizzato per indicare la palpebra, e la procedura chirurgica che permette di correggere il rilassamento cutaneo di questa zona, si chiama blefaroplastica, la chirurgia delle palpebre. Si tratta di un intervento vero e proprio che richiede punture, tagli, rimozioni e suture e che permette di tornare alla vita sociale dopo 5-10 giorni. Il più richiesto dagli italiani anche in estate, nonostante sia controindicato in questo periodo, lo sguardo è il primo cruccio dalle nostre parti (64%), l’altra operazione più richiesta riguarda sempre il viso ed è la rinoplastica (12%). I dati sono i risultati di un sondaggio condotto da MioDottore – piattaforma leader al mondo specializzata nella prenotazione online di visite mediche e parte del gruppo DocPlanner – che ha analizzato le informazioni di cui disponeva con l’aiuto, tra i suoi esperti, del dottor Vincenzo Galante, medico estetico e chirurgo plastico di Roma.
Perché la blefaroplastica è l’intervento più richiesto?
Perché gli italiani vogliono vedersi più belli velocemente e questo intervento elimina efficacemente l’eccesso di cute delle palpebre contribuendo a risolvere il problema borse sotto gli occhi e a ringiovanire il volto, anche se non toglie le rughe: «Per spianarle e renderle “invisibili” il chirurgo dovrebbe eseguire una trazione della cute eccessiva che impedirebbe alle palpebre (superiori e inferiori) di aprire e chiudere naturalmente l’occhio», dice il professor Carlo Gasperoni, docente al Master di Chirurgia Estetica della Faccia all’Università Tor Vergata di Roma.
Come si fa
La blefaroplastica è un intervento ambulatoriale che si esegue in anestesia locale (in alcuni casi può essere associata a sedazione), non richiede degenza e, in base alla risposta personale, gli ematomi post chirurgici scompaiono in due settimane circa. Durante l’intervento il chirurgo pratica un’incisione con il bisturi lungo la piega della palpebra superiore; poi rimuove la porzione di cute eccedente e ricongiunge i due margini con una sutura intradermica continua, praticando un solo e lungo punto, che entra in prossimità del naso ed esce a livello dell’angolo esterno dell’occhio. Il punto di sutura sarà rimosso dopo 2-3 giorni e la cicatrice sarà praticamente invisibile. «Per un buon risultato è importante che il chirurgo non tolga troppa cute palpebrale ed eviti di creare una tensione eccessiva: uno sguardo gradevole, infatti, è sempre associato a palpebre piene e morbide», dice Gasperoni. Nel caso di cedimenti e grinze importanti anche a livello della palpebra inferiore, invece, il chirurgo fa un’incisione lungo l’attaccatura delle ciglia, rimuove l’eccesso di cute e chiude l’apertura con 4-5 punti di sutura.
Contro le borse
Le cosiddette borse sotto gli occhi (borse adipose palpebrali) sono accumuli di grasso che possono formarsi anche in giovane età nelle persone predisposte: si rimuovono senza alcuna incisione esterna con la tecnica della blefaroplastica transcongiuntivale, che agisce esclusivamente dall’interno della palpebra inferiore. Le palpebre superiori, inferiori e le borse possono essere trattate nel corso di una seduta, oppure singolarmente.
Il laser per la palpebra cadente
Per la correzione delle palpebre c’è un intervento più conservativo rispetto a quello tradizionale: la blefaroplastica che usa il laser al posto del bisturi. «La chiamiamo la blefaroplastica dell’ora di pranzo perché è un trattamento ambulatoriale che non richiede né tagli né punti di sutura, che permette di tornare a casa dopo l’intervento con la sola pelle arrossata e piccole crosticine che scompaiono in 48 ore», spiega il professor Steven Paul Nisticò, direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia Università Magna Graecia di Catanzaro e Coordinatore del Master Laser in Dermatologia Università di Tor Vergata Roma.
«Dopo l’anestesia locale, il medico utilizza il laser C02 frazionato (un fascio di luce concentrata) sulla palpebra superiore interessata dall’epidermide in eccesso. La luce concentrata produce microscopici forellini nella pelle provocandone la contrazione (cioè si restringe), creando così l’effetto di riduzione della superficie della cute palpebrale in eccesso. Grazie a questo stimolo, a livello dermico le fibre di collagene si rinnovano, si riorganizzano e si riallineano rendendo l’epidermide più elastica e tonica», dice Nisticò. «Il laser, infine, non produce sanguinamento perché riconosce la cute come unico bersaglio e non intacca i vasi sanguigni».
Indicazioni e controindicazioni
«La blefaroplastica può essere fatto dai 18 anni in su e dà risultati reversibili. Dopo 10-15 anni, infatti, il problema potrebbe riproporsi proprio per il crono-invecchiamento: la produzione di collagene diminuisce, l’elastina comincia a perdere tono e il ricambio cellulare epidermico rallenta», spiega Marco Iera, medico chirurgo specializzato in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica dell’Istituto Clinico Brera di Milano. Che aggiunge: «L’incisione fatta con il bisturi in caso di tessuti molto lassi e cedevoli, cioè privi di elasticità e compattezza, può far estroflettere la congiuntiva esponendo al rischio di ulcere».
Ci sono, però, delle controindicazioni assolute: «La blefaroplastica non può essere fatta in caso di glaucoma perché può portare all’aumento della pressione oculare; va evitata se ci sono di difetti di cicatrizzazione importanti e se si fa uso di anticoagulanti. Vanno esclusi anche i casi di esoftalmo (l’occhio molto pronunciato) da ipertiroidismo, perché può dare complicanze», sottolinea Iera.
Le incisioni del bisturi e i micro-forellini del laser producono lesioni della pelle che necessitano di un determinato tempo per guarire. «Sottoporsi a una blefaroplastica non è raccomandabile in estate, anche se non si va al mare: la radiazione solare in città, il caldo, l’umidità e la traspirazione non favoriscono il processo di cicatrizzazione. Il mese ideale è ottobre quando il clima è ancora tiepido, evitando di spingersi oltre: anche il freddo eccessivo non facilita la guarigione».
Insomma, la blefaroplastica (con il bisturi o con il laser) eseguita da professionisti scrupolosi e competenti, dopo un’attenta anamnesi personale e nel periodo giusto dell’anno, ringiovanisce lo sguardo perché solleva le palpebre e restituisce luce agli occhi. A patto, però, di avere i «requisiti» giusti.