Non dà un risultato definitivo, è vero. Ma vuoi mettere la praticità di alzarsi al mattino e non avere il «pensiero» di verificare con lo specchio ingranditore se le sopracciglia sono in ordine? Per chi ha desidera di archi Hollywood style, high profile, quegli «YASSS brows», come li ha definiti nel 2016 Bella Thorne nella sua snapchat story post microblading con t Julia Faria, artista della tecnica a LA, questo è l’unico modo per averli.
E poi addio dubbi del tipo: sono cresciuti nuovi peletti sotto l’arcata? Devo prendere la pinzetta? Sono aumentati i “buchetti” perché i peli iniziano a cadere? Tanti pensieri cancellati grazie al microblading. Sull’onda della brow-obsession planetaria esplosa anche grazie a Madonna ha dichiarato di usarla perché ha notato un diradamento, ora questa tecnica che dà pienezza e forma alle sopracciglia sta spopolando anche in Italia.
Una sorta di architettura di precisione per un elemento chiave del volto, che dà buoni risultati solo se eseguita seguendo precisi criteri da tecnici adeguatamente preparati. Il microblading, infatti, come tutti i fenomeni che “esplodono” all’improvviso, porta con sé il moltiplicarsi di operatori improvvisati che non solo fanno danni estetici, ma possono compromettere anche il benessere cutaneo.
UNO STRUMENTO DI PRECISIONE CHE NON È UN BISTURI
Alcuni definiscono il microblading un piccolo intervento di chirurgia perché utilizza uno strumento che ricorda il bisturi: «È un falso mito: solo il medico chirurgo può usare questo tipo di lama», spiega il professor Antonino Di Pietro, dermatologo e direttore dell’Istituto Clinico Vita Cutis. «Lo strumento impiegato in questa tecnica che è una evoluzione del trucco semi permanente, infatti, è un manipolo al cui apice c’è una sorta di pettine, sterile e monouso, costituito da micro aghi, perfettamente allineati, che penetrano nella pelle e arrivano a livello dello strato papillare del derma (sede dei follicoli piliferi) rilasciando il pigmento».
IL MICROBLADING È UN TREND TOPIC SU GOOGLE
Con crca 17 milioni di risultati sui motori di ricerca alla voce microbralding è di grande tendenza. Bisogna, però, stare attenti: non è esente da rischi. «È un micro tatuaggio, e va eseguito da personale adeguatamente formato: tagli troppo profondi possono generare cicatrici, e la presenza di sostanze fuori legge nei pigmenti può dare allergie e generare problemi seri, per esempio. Sono consigliabili anche controlli post trattamento con uno specialista, perché permettono di verificare che la pelle sotto il disegno sia in buona salute. Proprio per vigilare sul benessere cutaneo delle aree tatuate, in autunno aprirà a Milano il primo ambulatorio Tatuaggio Sicuro. Sarà un punto di riferimento con staff di specialisti capaci di valutare da un punto di vista medico le condizioni di questo tipo di epidermide. Non dimentichiamo che i pigmenti impiantati in profondità nel derma creano un colore che impedisce di vedere le reali condizioni cutanee; tutti i tatuaggi, infatti, possono nascondere un melanoma, un tumore che nasce proprio sulla superficie cutanea, penetra in profondità, raggiunge il sangue e poi si diffonde. Per questo va tolto subito, appena si forma. E solo un medico ha le competenze per verificarne la presenza», spiega Di Pietro.
NELLE MANI ESPERTE
La cosa più importante da fare prima di sottoporsi a una seduta di microblading, dunque, è individuare l’operatore qualificato. «Deve essere in possesso del patentino di tatuatore, che ottiene dopo aver seguito un Corso di Formazione Regionale rilasciato a chi supera l’esame di verifica. Ma non basta, è necessario anche l’attestato di un corso di specializzazione organizzato da un’accademia accreditata che insegni la tecnica di esecuzione, come per esempio la Dermo Academy, la Sviatoslav Otchenash e la Phi Brows», dice Giada Longo, insegnante internazionale di trucco permanente e microblading. «L’operatore deve essere anche in possesso dell’idoneità igienico-sanitaria e deve essere abilitato a operare in un locale sterile autorizzato». Un documento rilasciato da un dirigente dell’ufficio comunale dopo aver ottenuto parere positivo dalla Asl.
COSA SAPERE SUI PIGMENTI
I pigmenti utilizzati per il microblading sono micronizzati, cioè ridotti in polvere sottilissima. Grazie a questa caratteristica non restano impiantati per sempre nel derma, ma sono “mangiati” dai macrofagi, cellule mononucleari dei tessuti che hanno il compito di inglobare, distruggere i corpi estranei ed espellerli dall’organismo. «Per ogni pigmento sterile utilizzato l’operatore è tenuto a fornire le schede tecniche, che indicano la provenienza e descrivono la composizione. Ciascuna deve essere dotata di certificazione Risoluzione Europea ResAP (2008), che ispecifica i requisiti e i criteri per la valutazione della sicurezza delle sostanze usate nei tatuaggi e nel trucco semi permanente», dice Giada Longo, esperta di trucco permanente.
LA RICERCA DELLA FORMA ARMONIOSA E DEL COLORE GIUSTO
Una volta verificato che tutto sia in regola, si passa all’incontro preliminare, durante il quale si fa un progetto preventivo disegnando la forma direttamente su un sopracciglio. La capacità dell’operatore è anche quella di suggerire le sopracciglia più adatte alla persona: inseguire il sogno di averle esattamente come quelle di una celebrità non è sempre vincente, soprattutto se non si hanno la medesima forma del volto e gli stessi colori di carnagione e capelli.
«Si cerca sempre di armonizzare la linea delle sopracciglia con l’architettura del volto della persona. In linea di massima ci sono tre regole fondamentali di cui tener conto per ottenere una struttura equilibrata del un sopracciglio: la parte ascendente deve essere lunga sempre due terzi della lunghezza totale; la linea deve essere morbida e avere uno spessore che decresce nella parte finale; la fine della coda deve essere ascendente e, al massimo, può essere allo stesso livello della parte iniziale: se va al di sotto incupisce lo sguardo», dice Giada Longo.
Attenzione anche alla distanza tra le sopracciglia: «Nella correzione della forma vanno seguite alcune regole: l’inizio deve coincidere con l’apice dell’angolo interno dell’occhio. Se c’è troppo spazio il naso sembra più largo; viceversa se la distanza è ridotta lo sguardo diventa cupo e arcigno», spiega Raffaella Casilli, docente alla Scuola di Medicina Estetica Fatebenefratelli di Roma.
Un’altra abilità dell’operatore è legata alla sua capacità di individuare la tonalità di pigmento che intende utilizzare: «Il pigmento inserito nel derma somma il proprio colore alla tonalità naturale della pelle. Per un risultato a regola d’arte è fondamentale avere conoscenza degli accostamenti cromatici. Per esempio, chi ha la cute chiara con efedili ha un colorito con un sottotono rosso, quindi caldo: per bilanciarlo va usato un pigmento freddo, ovvero la gamma dei blu, degli azzurri e del celeste», sottolinea Giada Longo. Un altro aspetto importante per l’operatore è riuscire a catturare la tonalità giusta, ovvero affine sia al colore delle sopracciglia sia alle sfumature dei capelli, che sono sempre sfaccettate e mai dello stesso tono su tutta la lunghezza.
DENTRO LA SEDUTA
Si inizia con l’applicazione di una crema anestetica per ridurre il fastidio. A questo punto l’operatore usa lo speciale manipolo dotato di micro aghi per incidere la cute e rilasciare il pigmento. «La tecnica prevede tratti sottili e realistici, capaci di imitare alla perfezione i peli naturali. Inoltre, si cerca di agire il più possibile nei limiti del perimetro disegnato, perché aumentare eccessivamente lo spessore dà un risultato innaturale», spiega Giada Longo.
Adatto a tutte e a ogni età, dà ottimi risultati anche sulla pelle matura: «I pigmenti impiantati attecchiscono meglio sulla cute con cedimenti, perché le incisioni producono una sorta di trazione capace di attenuare e “sollevare” sensibilmente le lassità», spiega Marco Iera, medico chirurgo specializzato in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica dell’Istituto Clinico Brera di Milano.
Al termine del trattamento viene applicata una crema rigenerante, lenitiva e traspirante per consentire che le incisioni abbiano il tempo di guarire.
La sessione dura al massimo 2 ore mezza e il costo del trattamento completo è di circa 800 euro. I ritocchi si valutano caso per caso, e possono essere fatti ogni sei mesi al costo di 180 euro, oppure una volta l’anno con un costo di 250 euro.
RISULTATI E MANUTENZIONE
Le sopracciglia disegnate con il microblading di solito durano da uno a tre anni, e la longevità della definizione è legata a una serie di fattori che possono far sbiadire i pigmenti. Tra i nemici più insidiosi ci sono le esposizioni al sole, i bagni in mare per la presenza di sale, il nuoto in piscina per l’azione del cloro, la traspirazione abbondante tipica di chi pratica sport, l’uso di scrub (meccanici o chimici) e le sedute di lampada abbronzante. «Il momento migliore per ridisegnare le sopracciglia con questa tecnica è comunque dopo l’estate, perché i raggi del sole creano discromie del colore impiantato», spiega Marco Iera.
LE CONTROINDICAZIONI
Il microblading non è una pratica esente da rischi come si è visto, e addirittura alcune persone vi devono rinunciare. «L’introduzione di pigmenti esogeni a livello intradermico è sconsigliata in presenza di dermatite atopica, psoriasi, rosacea ed eczemi. Inoltre può dare reazioni allergiche. Chi ha la cute molto grassa o sensibile deve consultare prima un dermatologo, che valuterà come preparare la pelle», dice la professoressa Antonella Tammaro, dermatologa e allergologa ricercatrice all’Università La Sapienza di Roma. «Deve fare attenzione anche chi usa anticoagulanti o soffre di diabete perché la loro cute cicatrizza con difficolt»”, sottolinea Marco Iera.
La cosa interessante del microblading, in ogni caso, è che soddisfa molte necessità: da chi vuole riprodurre su se stessa le sopracciglia piene e spesse di Cara Delevingne o di Megan Markle a chi ne ha geneticamente poche, oppure è ricorsa alla depilazione selvaggia, o le ha bionde e ultra-sbiadite o, ancora, comincia a perderle per l’età, a causa di un’alopecia, di una malattia o di una cura medica. In ogni caso, se eseguita ad arte da personale qualificato che utilizza metodi e materiali certificati, è sicuramente una metodica che risponde alle necessità chi è consapevole dell’importanza di avere sopracciglia curate e definite al di là dei dettami delle tendenze. Una consapevolezza non solo squisitamente femminile: «Negli Stati Uniti sta prendendo piede anche il microblading maschile: i pigmenti usati sono bianchi e neri e dona un effetto sofisticato molto apprezzato dagli uomini con capelli brizzolati», conclude la professoressa Antonella Tammaro.